La scuola e
Il pericolo della logica.
Riassunto
Non si può confinare la scuola innalzando un muro di cinta, non si può contenerla in una rigida macchina burocratica fatta di cosiddette buone leggi che di buono hanno ben poco; necessariamente bisogna ripartire dal considerare le persone in quanto tali e per farlo la prima agenzia formativa deve cucirsi addosso un abito diverso nei diversi contesti , per inserirsi in quel processo continuo esperienziale, sperimentale, di crescita dove ognuno, coinvolto nel progetto, si senta accolto e valorizzato come persona ,partendo dalle proprie potenzialità, includendo chi in parte è già stato escluso da questa società che paradossalmente doveva accogliere. Completamente impreparata a gestire l’emergenza pandemica e il conseguente diritto allo studio.
Esautorata del suo principale ruolo costituzionalmente sancito di garante e fornitore di istruzione e formazione non è stata in grado di cogliere le pericolose insidie che si celavano in un sistema emergenziale protratto nel tempo. Lo stesso attuale presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio sottolinea che la compressione del diritto allo studio non esaurisce l’effetto dannoso nel periodo in cui questa limitazione si esplica, ma riverbera negli anni a venire su tutta la formazione degli studenti che lo subiscono. Eppure è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana; in pratica è compito preciso dello Stato garantire il diritto di ogni individuo ad essere felici, diritto di cui la scuola può e deve avere una responsabilità primaria, laddove pone la basi per viluppare in ciascuno studente una coscienza critica che gli consenta, poi, di discernere ciò che è il proprio Bene per se e per la società da ciò che non lo è.